risorsa3logonuovo
image-408
p1160830-pano

Contatti

Via Madonna dell’Idris Matera (MT)

Reception Tel.  +39 0835.312613 

+39 3473795544

Mail ​dimoredellidris@gmail.com

 

Nel cuore dei sassi potrai dormire in camere ricavate nella roccia, del monte Errone,  chiesa della Madonna dell'Idris.

Cosa Visitare

Copyright 2020 © Le dimore dell'Idris All Right Reserved. Sito Web realizzato da Flazio Experience

Vi accompagneremo alla scoperta delle bellezze della nostra città.

Matera e' una citta' unica con tanto da offrire, e non vediamo l'ora di mostrarvi tutte le nostre bellezze. 

Il nostro staff vi accompagnerà in questa scoperta dandovi importanti indicazioni storiche sulla città......... Lasciatevi Trasportare

tg-67
tw-12
tg-21

Fondo Ambiente Italiano

casa noha 2.jpegcasa noha 1.jpegcasa noha 4.jpegcasa noha 3.jpeg

Casa Noha

A due passi dal Duomo, nella parte alta del Sasso Caveoso, una delle due depressioni naturali che caratterizzano Matera, Casa Noha si propone al visitatore come “cancello d’ingresso” alla città, ripercorrendone la storia grazie a un innovativo progetto di comunicazione.Per volontà degli eredi, innamorati della loro terra e desiderosi di condividerne la storia e la bellezza con tutta la collettività, la Casa è stata donata al FAI nel 2004.  In sintonia con questa giusta aspirazione, la Fondazione ha realizzato un accurato restauro conservativo e ha progettato un inedito e avvincente viaggio multimediale che narra il territorio da diverse prospettive: dall’architettura alla storia dell’arte, dall’archeologia alla storia del cinema. Ne è risultato un video – “I Sassi invisibili. Viaggio straordinario nella storia di Matera” - ideato da Giovanni Carrada e proiettato su pareti, soffitti e pavimenti delle stanze, che offre al visitatore una ricostruzione completa della storia della città dalle origini a oggi.​

Chiesa Madre

cat2.jpegcatt1.jpegcatt1.jpegcat4.jpeg

Cattedrale Di Matera

Il duomo di Matera, che ha la denominazione ufficiale di cattedrale della Madonna della Bruna e di Sant'Eustachio, è il luogo di culto cattolico principale di Matera, chiesa madre dell'arcidiocesi di Matera-Irsina. La cattedrale fu costruita in stile romanico pugliese nel XIII secolo sullo sperone più alto della Civita che divide i due Sassi.​

Sull'area dell'antico monastero benedettino di Sant'Eustachio, protettore della città, dove già tra il 1093 e il 1094 aveva soggiornato papa Urbano II, la cattedrale fu edificata a partire dal 1230, alcuni anni dopo che papa Innocenzo III aveva elevato la città di Matera al rango di arcidiocesi in unione con Acerenza; fu eretta per volere dell'Imperatore Federico II di Svevia, Imperatore del Sacro Romano Impero e Conte di Matera. Per fare in modo che il nuovo tempio dominasse con la sua mole le costruzioni circostanti e le due vallate sottostanti dei Sassi, fu necessario rialzare la base rocciosa di oltre sei metri.

Completata nel 1270, la nuova cattedrale fu dedicata originariamente a santa Maria di Matera, come risulta da un atto notarile dell'epoca. Successivamente in un testamento del 1318 risulta intitolata a santa Maria dell'Episcopio e dal 1389, anno in cui papa Urbano VI (già arcivescovo di Matera) istituì la festa della Visitazione, fu intitolata a santa Maria della Bruna, anch'essa protettrice della città.

Cisterna D'acqua Piovana 

palo 3.jpegpalo 2.jpegpalo 1.jpegpalo 1.jpeg

Palombaro Lungo

A Matera l’acqua potabile era fornita dal Municipio tramite alcune fontane e cinque grandi cisterne pubbliche che raccoglievano acqua sorgiva, chiamate palombari. A questi si aggiungevano centinaia di cisterne private che raccoglievano acqua piovana per gli usi non potabili. Il Palombaro lungo è la più grande cisterna della città, e consiste in uno scavo artificiale realizzato in diverse fasi a partire dal XVI secolo. Pertanto non si tratta di una grotta naturale, ma di una cavitá interamente artificiale, come d’altronde tutte le grotte della città. Raggiunge una capacità di 5 milioni di litri d’acqua, per una profondità di 16 metri e una lunghezza di 50 metri. La sua forma è molto articolata perché fu realizzata unendo fra loro cavità artificiali preesistenti, che prima erano adibite ad altri scopi. Le sue pareti rocciose sono rivestite di cocciopesto, uno speciale intonaco impermeabile a base di terracotta. L’acqua era prelevata solo nei mesi in cui le fontane pubbliche non fornivano abbastanza acqua, quindi soprattutto in estate. Il prelievo avveniva tramite un pozzo presente in piazza, grazie a secchi in alluminio.

img_3851.jpegidris 2.jpegidris 3.jpegidris 4.jpeg

Chiesa Rupestre

Santa Maria dell'Idris

La Chiesa di Santa Maria De Idris sorge nella parte alta dello sperone roccioso del Montirone (o Monterrone), nelle vicinanze di San Pietro Caveoso.

La posizione è stupenda e offre un panorama unico, sulla città e sulla Gravina.

La chiesa di Santa Maria de Idris risale al Tre-Quattrocento e fa parte di un complesso rupestre che comprende anche la più antica cripta, dedicata a San Giovanni in Monterrone. Questa cripta è importante per gli affreschi che
conserva e che vanno dal XII al XVII secolo. Le due chiese sono comunicanti.

Il nome del tempio – Idris – deriva quasi sicuramente dal greco Odigitria (guida della via, o dell’acqua). 

La chiesa presenta una pianta irregolare ed è caratterizzata da due parti distinte: una costruita e una scavata.

La facciata, modesta e realizzata in tufo, fu rifatta nel Quattrocento, a seguito di un crollo.

casa gr1.jpegcasa gr2.jpegcasa gr3.jpeg

Tipica Casa dei Sassi

Storica Casa Grotta

Una grande cavità rocciosa fa da cornice all’arco d’ingresso della Casa Grotta, unico elemento costruito che si addossa alla grotta nella quale è stata ricavata l’abitazione.

Nell’unico ambiente, in parte scavato e in parte costruito, sono proprio gli arredi a creare una divisione virtuale degli spazi. 

Il focolare con la cucina, al centro della casa un piccolo tavolo con l’unico grande piatto dal quale tutti mangiavano, il letto composto da due cavalletti in ferro, sui quali poggiavano delle assi di legno e il giaciglio costituito da un materasso ripieno di foglie di granturco; di fronte al letto, la stalla con la mangiatoia che ospitava il mulo; la cava tufacea dalla quale si ricavavano i blocchi di tufo ed una cavità circolare usata come letamaio o come deposito per la paglia. Di particolare interesse è il sistema di raccolta delle acque piovane con la presenza di una cisterna sottostante la pavimentazione; dall'esterno è ben visibile la canalizzazione delle acque. 

Newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutte le offerte e le novità disponibili per Le dimore dell'Idris.